Ogni anno gli allievi del nostro corso Educatori Cinofili strutturano 3 percorsi pedagogici educativi con due cani adulti e un cucciolo e presentano tre casi reali per poter essere ammessi all’esame di qualifica.
Il loro lavoro verrà poi valutato da una commissione per la prova d’esame finale.
Abbiamo deciso di pubblicare i casi studio dei nostri allievi più bravi per darti la possibilità di scoprire come lavora un Educatore Cinofilo ThinkDog e conoscere le storie dei cani che aiuta.
(Ma ancora piccolino eh…), infatti ho solo 3 mesi e la mia famiglia ha già chiesto aiuto perché dicono che sono…ingestibile? Mi pare strano però!
Sembra strano con questo musino vero?
Ahron proviene da una cucciolata di privati ed è un regalo che Martina (19 anni, universitaria) ha fatto a suo padre Giovanni in occasione del suo compleanno, un grande amante di cani grazie al suo vissuto in mezzo a cani da caccia e pastori tedeschi.
In famiglia ci sono anche la mamma Cinzia (che lavora su turni), e Kevin (il fratellino di 14 anni), ma non dimentichiamo il grande Roy, un mix Maremmano e Belga di 9 anni, intero.
Vengo contattata dalle donne della famiglia per salvare la situazione famigliare che è andata via via peggiorando da quando Ahron è arrivato a casa. Prima di me si sono confrontate con altri 4 addestratori che hanno detto loro “il Pastore del Caucaso è un cane ingestibile e aggressivo, due maschi di quella tipologia non possono convivere insieme pertanto uno dei due lo dovete portare al canile, dovete solo scegliere chi”.
Dalla telefonata emerge la disperazione e il timore di separarsi anche da uno solo dei due cani, mi reco quindi a casa loro la sera successiva per vedere la situazione e per parlare con tutta la famiglia al completo.
La casa è situata in fondo ad una strada sterrata, con ampio spazio interamente recintato e capannone di proprietà. Oltre all’accesso carraio c’è un accesso pedonale che conduce alla prima porta di ingresso dove ci si trova in un vano scala che porta ai due appartamenti: uno della famiglia e uno dove abita l’anziana madre di Giovanni. A causa delle “aggressioni” da parte di Roy, la famiglia ha suddiviso il cortile con un cancelletto di legno posto appena dopo l’ingresso pedonale. La zona dedicata ad Ahron non ha nessun accesso diretto alla casa (lascio una piantina per comodità).
Ahron ha una stanza dedicata al riposo con kennel e copertina che vengono usati anche per il trasporto in macchina, un cuscino in salotto su cui di solito gioca e un piumone nel capannone dove dorme di notte (una scelta dettata dal fatto che, se resta in casa, “fa casino”).
Durante le ore del giorno non dorme mai ed è in continua ricerca di cose da fare, esce poco in passeggiata perché si pianta a terra e non vuole camminare.
Kevin e Martina sono coloro che giocano di più con Ahron, Cinzia adora coccolarlo (anche se le coccole si sono ridotte da quando ha iniziato ad avere paura di lui) mentre Giovanni rientra dal lavoro molto stanco e non dedica molto tempo all’interazione con il cane: qualche carezza e via.
Cibo industriale di una nota marca, la veterinaria ha raccomandato di non dargli altro cibo (a eccezione di qualche biscotto al latte e semi-umido) per evitare che il cucciolo sviluppi intolleranze. Ahron mangia 3 volte al giorno (alle 6:00 con Giovanni, alle 13:00 e alle 20:00 ci pensano invece moglie e figli). Il quantitativo è poco, meno di quanto raccomandato sulla confezione perché nell’arco della giornata il cucciolo mangia biscottini e altre leccornie.
NB: la ciotola con il cibo viene posta in un luogo sempre diverso mentre l’acqua è sempre a disposizione.
Il cane fa spesso i bisogni in casa e gli sono state lasciate delle traversine anche se non sempre vengono utilizzate. Tuttavia per il momento il fatto che il cane sporchi in casa non è ritenuto un problema.
Nelle prime due settimane Ahron è stato piuttosto tranquillo ma subito dopo ha iniziato a mordere insistentemente qualsiasi cosa, dimostrando di non essere in grado di rilassarsi e seguendo tutti in giro per casa mordendo piedi, mani e braccia, lasciando graffi e buchi che causano in alcuni casi perdite di sangue.
Ahron ringhia “da cattivo” quando ha qualcosa in bocca e se si cerca di prenderglielo partono dei morsi ancora più forti. L’unico modo per calmarlo è chiuderlo nel kennel qualche minuto oppure muovendo il sacchetto dei biscottini. Ahron diventa un robot e si mette subito seduto, ma se il premietto non arriva nell’immediato torna a saltare come un matto e riparte con lo schema richiesta-con-morso.
Al momento Roy non sembra voler interagire con il piccolo perché troppo vivace ma per la famiglia è urgente che i due vadano d’accordo.
Inoltre fra tre mesi inizieranno i lavori di ristrutturazione per eliminare il capannone e fare uno spazio ancora più grande, pertanto Giovanni desidera che il cane “ubbidisca ai suoi ordini” permettendo alle persone di entrare in casa altrimenti dovrà legarlo alla catena per evitare che “attacchi” gli operai al lavoro.
È lui quello più nervoso e preoccupato; dopo diverse ricerche in internet e chiacchiere con i colleghi è convinto di avere in casa una razza altamente pericolosa e incontrollabile, teme dunque che possa nuocere gravemente i figli e l’anziana madre.
Cinzia desidera che il piccolo si calmi e si faccia coccolare serenamente mentre Martina e Kevin desiderano solo non avere più lividi e cicatrici, oltre a riuscire a gestire Ahron quando sarà molto pesante, anche dal veterinario.
Durante l’incontro di in-take ho avuto modo di testare la tenacia del piccolo: l’incontro è durato 1 ora e mezza a causa delle continue interruzioni da parte di colui che sembra il diavolo della Tasmania! Appena entro in casa Ahron mi si lancia addosso abbaiando, scodinzolando e saltando con la bocca spalancata, si lancia sul divano, corre per casa e sbatte da tutte le parti, mordendo i piedi e le caviglie di chiunque gli capiti a tiro.
Poco dopo gli viene servita la pappa e noto che mangia voracemente, per poi cercare altro cibo dai famigliari ma, non ottenendo nulla, riprende a gironzolare per casa nel tentativo di combinarne una delle sue.
Inizio a interagire con lui per conoscerlo meglio e testare il grado di competitività e di possessività utilizzando i giocattoli a disposizione: uno alla volta lo porta in cuccia – lo mordicchia – si stufa subito – cerca altro da fare – trova un altro gioco e lo riporta in cuccia – e così in loop.
Mentre gioca capita che morda mani e braccia ma non ritengo costituiscano fattore di aggressività, piuttosto una conseguenza dell’incapacità di controllarsi durante le interazioni. La stessa incapacità l’ho riscontrata al mio arrivo: bisogna necessariamente lavorare sull’autoregolazione.
Ahron diventa molto possessivo se si prova a prendere il gioco dentro la sua cuccia, anche se in quel momento si trova distante.
A un certo punto decide di mangiare la spugna della porta alle mie spalle, poi le sedie, il divano e di nuovo la porta, in tutti i casi gli impedisco l’accesso con la mia postura; questa cosa non gli piace affatto e inizia a gironzolarmi intorno prima di partire a mordermi piedi, caviglie, polpacci e ginocchia (meno male che, memore della telefonata, indossavo degli stivali in gomma molto alti!).
Qui vedo della competizione importante ed è lo stesso comportamento che ha con i famigliari quando gli impediscono di accedere al divano.
In questo momento ogni proposta di interazione con lui non ha efficacia, decido quindi di bloccare tutto iniziando l’educazione alla calma sul cuscino con i suoi premietti; nel mentre spiego alla famiglia in cosa consiste l’approccio cognitivo-relazionale ThinkDog e dò loro un’idea su come ho intenzione di lavorare con Ahron.
La famiglia, sorpresa del fatto che nell’ultima mezz’ora Ahron è rimasto sdraiato vicino a me completamente rilassato, accetta di iniziare il percorso insieme e lascio loro l’esercizio di educazione alla calma come stampella al termine dell’incontro.
Ci sarebbero moltissime cose su cui lavorare: fare un punto zero e ricominciare da capo ma, non essendo possibile, stilo un ordine di priorità sulle quali costruirò il mio progetto educativo.
Va sistemata subito la routine quotidiana per regolarizzare il ritmo sonno-veglia. Penserò poi ad una serie di esperienze che gli possano far acquisire maggiori competenze sociali e cognitive che porteremo fuori casa ma anche nelle interazioni che ci saranno con Roy che, sicuramente, non avverranno nell’immediato perché bisognerà fare un lavoro dedicato anche su di lui (NB: data la complessità della sua storia, ho inserito tutto il suo percorso nella tesina n. 2).
L’alto arousal impedisce ad Ahron di rilassarsi (fondamentale per l’apprendimento adattivo) impedendogli di apprendere nuovi schemi di comunicazione alternativi al morso e all’abbaio.
Inoltre tutti i membri della famiglia hanno davvero bisogno di un po’ di serenità per ritrovare l’unità: Giovanni esige un cambiamento immediato perché la sua pazienza è arrivata al limite e le liti per via di Ahron con moglie e figli sono all’ordine del giorno.
Voglio anche evitare che per questo Ahron venga isolato e lasciato crescere da solo (come è accaduto al fratello maggiore) e, detto fra noi, non voglio immaginare cosa potrà succedere quando sarà adulto, con grande mole e poche competenze cognitive e sociali.
– Incentivare la motivazione collaborativa (oggi molto bassa) per disincentivare la competitiva (alta)
– Se la collaborativa aumenta, aumenterà anche la comunicativa
– La razza porta con sé un’alta motivazione protettiva e territoriale dunque decido di coltivare la perlustrativa, quella di ricerca e la sociale (che nel frattempo è a sua volta incentivata dal lavoro sulla collaborazione e sulla comunicazione). Disciplineremo invece la motivazione possessiva e predatoria (anche se bassa) attraverso il gioco. Ma prima dobbiamo coltivare emozioni di basso arousal e aiutare Ahron a rilassarsi!
–Cognitiva: concentrazione, autocontrollo e autoregolazione, capacità di attendere ed esitare, imparare ad imparare, problem-solving, sensibilità al contesto
–Sociale: cooperazione, socializzazione, comunicazione
–Motoria: coordinazione, propriocezione e precisione
TOTALE INCONTRI: 10 (2 incontri la prima settimana, poi 5 incontri settimanali e 3 bisettimanali)
Al termine di ogni incontro ho preparato dei PDF riassuntivi con le attività svolte e i compiti da svolgere.
Al momento dell’invio di questa tesi Ahron ha quasi 1 anno, si dimostra collaborativo sia a casa che in passeggiata ed ha una forte motivazione sociale. È diventato molto bravo nella ricerca olfattiva e (da non credere) nel riporto! Sino ad oggi non ha mostrato comportamenti possessivi.
Condivide la maggior parte del suo tempo con Roy, i lavori a casa sono finiti da un bel po’ e i cani hanno molto più spazio per muoversi; è stata allestita un’area esterna dedicata al riposo di entrambi con un patio semi chiuso dove tutti i membri della famiglia passano del tempo tutti i giorni per pranzi e cene all’aperto.
Ahron e Roy hanno imparato a convivere insieme tanto da vederli bere nella stessa ciotola e scambiarsi la pappa! Non giocano tra loro ma comunicano molto bene attraverso le marcature e la comunicazione corporea, giocano invece insieme a tutti i membri della famiglia. Le vignette buffe tra i due sono all’ordine del giorno e Ahron si mostra piuttosto riverente nei confronti del fratello maggiore, prendendolo come esempio nei momenti di difficoltà e con il quale cerca prossimità.
Martina è diventata molto più abile nel gestire i cani e porta spesso Ahron in giro con lei a socializzare; Cinzia non ha più paura del cucciolone e continua a viziarlo mentre Giovanni, al rientro dal lavoro, passa almeno 2 ore al giorno con i cani: è lui che gioca con Ahron in svariati modi e prepara ad entrambi la cena prima di salire a salutare moglie e figli.
La famiglia ha fatto diverse uscite nei weekend con entrambi i cani andando per boschi e al fiume; ha cambiato cibo industriale senza però acquistare Reico ma rendendo i pasti più ricchi con della cucina casalinga e qualche merenda fuori pasto. La bacheca Facebook di Giovanni si è riempita di foto di lui ed Ahron.
Abbiamo proseguito l’educazione alla museruola, sono stata più volte in area cani con Martina ma anche a casa per un caffè e per vedere come procede la convivenza; sono rimasta in contatto con la veterinaria che ancora oggi conferma i risultati raggiunti e sto gettando con lei le basi per una buona collaborazione.
Le cose non sempre sono andate come avrei voluto e le sfide sono state così tante che spero di essere riuscita a trasmetterle in questa tesina, la stesura del percorso iniziale è stata abbastanza semplice mentre la difficoltà reale è stata gestire le personalità così diverse dei membri famigliari soprattutto perché ognuno aveva una visione diversa quando si trattava di Ahron o Roy e ciò che giustificavano per uno, non lo facevano per l’altro; è stato un po’ come avere a che fare con 8 persone diverse e 2 cani sempre diversi in base alla presenza di uno o più famigliari.
Oggi però posso dire che ogni componente ha trovato il proprio ruolo facendo ciò che gli riesce meglio e che Ahron è nel pieno della sua realizzazione di essere unico e irripetibile, cosa di fondamentale importanza per questa sua lunga (e sicuramente impegnativa) vita da Pastore del Caucaso.
“Grazie perché se non ci fossi stata tu mio marito avrebbe portato Ahron in canile, era veramente deciso e grazie al tuo intervento ha completamente cambiato idea. Si vede che ci metti passione in quello che fai.” – Cinzia
“Cosa devo dire… non so come hai fatto ma questo approccio funziona!” – Giovanni
Martina mi ha scritto una lettera con un feedback unico per i due percorsi vissuti insieme, che riporto qui:
“Con questi percorsi ho imparato tantissime cose differenti, la cosa penso più importante e bella sia stato imparare a capire cosa i miei cani avessero bisogno da me, l’aver imparato a capire tramite i comportamenti cosa vogliono, come si sentono e che emozione stanno provando in quel momento.
Ho imparato e provato per la prima volta a comunicare a tutti gli effetti con loro, avere un gesto, un’occhiata o un movimento che si spiegavano come mille o più parole.
Il poter imparare con loro molte cose nuove e soprattutto non seguendo un rigido protocollo ma tramite il gioco, le uscite e le diverse attività svolte. Ci sono state molte emozioni contrastanti durante il percorso sia con Roy che con Ahron, non tanto per i singoli ma per l’insieme, la paura di doverli tenere sempre separati, la paura che non andassero d’accordo essendo due maschi di due razze non molto semplici da gestire, il fatto che avessero ben 10 anni di differenza.
Ma con il tuo aiuto e i lavoro svolto con i singoli cani siamo riusciti ad arrivare a questo, prima con Roy che prendeva in giro Ahron facendogli le finte per allontanarlo (era già un passo avanti), fino ad arrivare a vederli insieme a mangiare, sdraiati a cercare un po’ d’ombra, ad osservare i girini nella pozza e cercare di prenderli, l’uno accanto all’altro. Certo Ahron ha ancora i suoi momenti di pazzia dove inizia a infastidirlo ma va bene così, ha solo 9 mesi e fa tenerezza quando porta la pallina a Roy e gliela lascia li davanti per cercare di giocare. Per quanto riguarda i percorsi singoli con i cani ho capito che non finiranno mai, ci sono sempre attività, esercizi e luoghi nuovi dove poter imparare tantissime cose differenti, mi hai insegnato a dividere le cose passo per passo per poterle insegnare al meglio.
Penso che sia stato il miglior percorso che potessimo affrontare, e non per qualche motivo superficiale ma perché sei l’unica EDUCATRICE che tra tutti ha dato una speranza a Roy ed Ahron e hai reso concreto tutto quello che hai spiegato ed esposto a voce, sei riuscita a darci sicurezza e a farci credere in loro quando tutti cercavano di farci pensare il contrario. Grazie ❤” – Martina
Buona fortuna ad Ahron e alla sua famiglia e complimenti a Veronica Verrastro per l’ottimo lavoro svolto.
Foto e testo dal Progetto Educativo di Veronica Verrastro, Educatore Cinofilo ThinkDog e Istruttore Cinofilo ThinkDog in formazione.