Spesso si cerca di definire quanto il cane sia intelligente rispetto a noi, vale forse la pena ricordare che il cane, non essendo una persona, ragiona in maniera diversa, da cane appunto!
La domanda acquista un senso diverso se anziché chiederci quanto è intelligente il cane cominciamo a chiederci come è intelligente?
A partire dagli anni ’60 alcuni scienziati hanno tentato varie strade per dimostrare che altri animali oltre all’uomo sono intelligenti e si sono dedicati soprattutto allo studio del linguaggio nei primati.
Più di recente gli studiosi hanno diretto la loro attenzione verso i cani per stabilire il grado di capacità cognitive, sia in parallelo ai primati, sia in parallelo ai bambini ed hanno cercato di valutare il grado di collaboratività con i proprietari.
Cani e primati:
Al test di scelta di un oggetto su suggerimento di una persona ai cani è sufficiente il solo sguardo o un qualsiasi gesto (i primati, invece non sono in grado, tranne se allevati dall’uomo!); i cani seguono il gesto indicativo anche se la persona si muove dalla parte opposta rispetto all’oggetto. Se è un bastone ad indicare, il cane non capisce, deve esserci un chiaro gesto dell’uomo oppure un oggetto indicatore sopra al contenitore giusto. Il cane si fida dell’indicazione della persona anche se il suo fiuto gli indica chiaramente che il contenitore indicato dalla persona non è quello contenente il cibo.
Questo non vuol dire che i cani siano più intelligenti dei primati, solo che hanno un’intelligenza “diversa”, i cani si fidano molto dell’indicazione della persona.
Cani e bambini:
Un semplice esperimento ha dimostrato che in alcune situazioni i cani “ragionano” esattamente come i bambini: un bambino osserva una persona che accende la luce spingendo l’interruttore con la testa: se la persona aveva le mani occupate, il bambino non riproduce fedelmente ma usa le mani per azionare l’interruttore (è evidente che la persona ha usato la testa solo perchè le mani erano occupate); se la persona aveva le mani libere anche il bambino usa la testa (evidentemente ci deve essere una buona ragione per premere l’interruttore con la testa!)
Un cane osserva un cane addestrato a schiacciare con la zampa un bastone per ottenere una ricompensa da un distributore a molla. Se il cane dimostratore ha una palla in bocca, il secondo utilizza il muso, a lui più congeniale, per azionare la leva (del resto l’altro cane non ha utilizzato il muso solo perchè aveva la palla in bocca); se il primo cane ha la bocca libera, anche il secondo cane utilizza la zampa (evidentemente ci deve essere una buona ragione per utilizzare la zampa!)
Negli esperimenti sulla permanenza di un oggetto, nascosto sotto un tappeto o dietro una barriera, i cani cercano immediatamente nel posto giusto. Se mettiamo una palla in un contenitore, poi il proprietario porta il contenitore dietro a una barriera e ricompare con il contenitore vuoto, i cani arrivano alla soluzione, ma trovano la palla fiutando. Se mettiamo il contenitore successivamente dietro a tante barriere, ogni volta che il cane non trova la palla rallenta da una barriera all’altra, scoraggiato dal risultato negativo; i bambini, invece, corrono più veloci verso la barriera successiva. In questo caso, quindi, cani e bambini ragionano in maniera diversa: i cani si scoraggiano per l’insuccesso, i bambini sanno che prima o poi troveranno il giocattolo e si affrettano per ottenerlo
Per approfondimenti:
Felice Cimatti, “Mente e linguaggio negli animali. Introduzione alla zoosemiotica cognitiva”, Carocci editore, 1998
Alexandra Horowitz, “Come pensa il tuo cane. Tutti i segreti del migliore amico dell’uomo”, Oscar Mondadori, 2010
Kaminski J., Brauer J., “Il cane intelligente. A modo suo”, Muzzio, Roma, 2008