Con i cani commettiamo l’errore di pensare che abbia più effetto quello che diciamo rispetto a ciò che facciamo e così capita che non riusciamo a comunicare con loro. Angelo Vaira, in questa nuova puntata della serie Animal Minds online su Corriere.it, ci spiega come ‘parlare’ con il nostro cane utilizzando lo strumento di comunicazione che lui comprende meglio: il linguaggio del corpo.
Quando parliamo di comunicazione non verbale ci riferiamo alla postura del corpo, alle espressioni del volto, alle traiettorie e a tutti quei movimenti che il nostro cane normalmente utilizza per comunicare con gli altri cani e anche con noi. Ecco dunque che tutti noi dobbiamo imparare la comunicazione non verbale per farci capire dai nostri cani. Ma come?
Se i cani imparano a comunicare con noi ascoltando anche ciò che diciamo, capita però che alcuni di loro facciano più fatica. Uno studio condotto da Patricia McConnell, autrice del libro ‘All’altro capo del guinzaglio’, dimostra che la maggior parte dei cani è molto più sensibile ai nostri gesti che alla nostra voce: cioè se dobbiamo dargli indicazione di dove andare e cosa fare, molti cani sono più reattivi quando per dirglielo utilizziamo il nostro corpo. Ad esempio ci sono razze, come i Beagle, che quando sono ‘distratte’ (magari stanno annusando) non ci sentono. Che fare dunque? Se vogliamo dire ad un cane ‘vieni qui’, invece di utilizzare la voce, è più efficace girarsi e andarsene o allontanarsi. Il legame con il cane diventa più profondo se mentre sono in passeggiata con lui mi chiedo ‘quanta voce è davvero necessaria per ottenere ciò che voglio proporgli?’. La risposta? Il meno possibile.
Provare ad esercitarsi tra persone a provare a parlare con il corpo. Non a gesti però, attenzione. È più una questione di stati d’animo e distanze. Per esempio, per dire ‘ti voglio bene’ a qualcuno con la comunicazione non verbale possiamo utilizzare un abbraccio, una carezza o uno sguardo. Questo esercizio non è utile soltanto con il cane, ma può avere risvolti positivi anche tra persone. Provare per credere.