Educare significa tirare fuori tutto il potenziale del cane, ovvero l’insieme di qualità e facoltà mentali, sociali, emozionali e comportamentali ancora inespresse. Significa guidare il cane a liberare tutte le potenzialità che la sua mente nasconde.
Quando insegniamo dei comportamenti al nostro fedele compagno o facciamo dei giochi con lui, gli stiamo offrendo l’opportunità di provare una grande varietà di emozioni e di esprimere, allenare, perfezionare le sue competenze cognitive, di crearne di nuove, agevolando lo sviluppo di altre abilità e potenziando o modificando quelle già apprese. È ciò che lo psicologo Reuven Feuerstein chiama MODIFICABILITÀ COGNITIVA.
Il cervello è costituito da una fittissima rete neurale, forma continuamente nuove connessioni sinaptiche, rinforzando o eliminando quelle già esistenti. Questa proprietà del sistema nervoso è detta NEUROPLASTICITÀ, ed è stimolata dalla memoria e dall’apprendimento e, quindi, dalle esperienze che facciamo del mondo ogni giorno. Quando il cane sperimenta un’emozione positiva, uno stato di calma, o impara un nuovo comportamento, vengono create altre vie neurali che si consolideranno ogni volta che rivivrà quell’esperienza. In questo modo il cervello è in grado di trasformare struttura e funzionalità, e il cane sarà più veloce e flessibile ad imparare nuovi compiti.
Giocare insieme e condividere attività divertenti, come il problem solving, la ricerca olfattiva, la mobility, è di beneficio alla relazione e consente al nostro amico di migliorare ed apprendere competenze come attenzione, concentrazione, autocontrollo, autoefficacia; potenzia memoria e velocità di apprendimento, e favorisce stati emozionali preposti alla calma e alla felicità.
Offrendogli le condizioni adatte a sviluppare nuove capacità e strategie mentali, il cane avrà, così, molti più strumenti a disposizione che gli consentiranno di diventare via via più autonomo nelle scelte del comportamento adeguato alle varie circostanze.
Vygotskij e, successivamente, Feuerstein furono i primi a considerare fondamentale la figura del mediatore.
Partendo dallo sviluppo cognitivo attuale del cane e da ciò che ha appreso fino a quel momento, abbiamo la possibilità di favorirne le condizioni di apprendimento cognitivo e sociale adatte, guidando il nostro amico a quattro zampe verso esperienze di vita piacevoli e formative. In questo modo, avrà l’occasione di fare esperienza autonomamente, sviluppando libertà e capacità di pensiero, ma con la certezza di trovare in noi un compagno fidato in grado di offrirgli supporto in caso di difficoltà.
Soddisfacendo i suoi bisogni, aiutandolo ad accrescere la sua autoefficacia e le sue sicurezze, si sentirà sempre più motivato ad aprirsi a nuove esperienze, manifestando un crescente interesse verso attività esplorative, di gioco, di creatività.
Come mediatori, quindi, abbiamo un ruolo chiave nella formazione del carattere del cane e nella sua crescita cognitiva, sociale ed emozionale. Siamo agevolatori dell’apprendimento e della relazione e attraverso l’empatia, la fiducia e una buona comunicazione possiamo aiutare il nostro amico ad esprimere tutto il suo potenziale e ad essere libero di scegliere tra le diverse alternative quella più adeguata alla situazione in cui si trova.