È capitato a tutti noi, nel bel mezzo di una passeggiata, di restare rapiti da una particolare espressione del nostro cane che, fermandosi per un attimo, comincia ad annusare l’aria oppure una traccia odorosa a terra.
È uno di quei momenti magici che segnano quelle differenze specie specifiche che ci hanno reso così diversi, e così sinergici. Eppure, nel cervello di tutti i mammiferi esiste il centro del seeking (centro della ricerca) composto da fibre ascendenti dopaminergiche: la dopamina, infatti, gioca un ruolo importante nella cognizione, memoria, apprendimento, ma soprattutto nella soddisfazione. Per intenderci, questo centro è un sistema potente che permette agli animali, e agli esseri umani, di operare efficacemente le loro quotidiane attività di ricerca. Da brave cacciatrici- raccoglitrici, per noi donne questo si tramuta in ore passate in libreria alla ricerca di nuovi tomi da comprare, o in estenuanti mattine ai mercatini a rovistare tra pile di vestiti. Nei cani il centro del seeking si attiva all’inizio di quella che viene definita la fase appetitiva, ossia quella investigazione che, per la storia filogenetica da predatore e grande inseguitore, si potrebbe tramutare in una ricerca lunga ed estenuante. Lo sappiamo bene noi che abbiamo vissuto accanto ad un segugio, quanto sia difficile distoglierlo da una traccia, una volta scovata.
Ricapitolando, quindi, il centro del seeking è un ottimo alleato per cognizione, memoria, apprendimento e soddisfazione, ma il fiuto racchiude in sé molto altro. È un’attività che, se gestita con i giusti criteri e con la dovuta gradualità, riesce bene alla maggior parte dei nostri cani ed è quindi molto gratificante.
Ecco perchè può diventare un’ alleata indispensabile per la vita dei nostri cani, sempre più costretti a condividere con noi spazi urbani. Permette, infatti, di acquisire ed allenare quelle abilità che consentono di percepire, riconoscere, individuare, discriminare, imparare nomi degli oggetti,confrontare vari odori, arricchire il proprio database di esperienza. Inoltre ci rende sicuramente più vicini al loro mondo, più interessanti da seguire e con cui collaborare. Cosa pensereste voi di un amico che vi invita a fare una passeggiata, e poi passa il tempo a parlare al telefono? La volta successiva vi mettereste sicuramente a fare delle foto da soli mentre lui parla al cellulare.
Perchè non sfruttare allora questo canale per divertirci, crescere assieme e aumentare i momenti di condivisione? Nel video è possibile vedere un gioco di ricerca tridimensionale molto semplice, realizzato con rotelle di mela agganciate ai rami di un albero; per i cani più esigenti si può alzare la posta in gioco, ad esempio, con pezzetti di carne disidratata.
Vedrete come chiedo a Mia di restare un attimo ferma, agghindo l’albero con le rotelle, le do il segnale di avvio dell’attività e le permetto una libera ricerca visiva e olfattiva. Se per i cani particolarmente vivaci questa attività sarà un utile mezzo per canalizzare e disperdere energia (spesso il fiuto stanca più di una bella corsa), per i cani timidi o molto giovani sarà un ottimo modo per entrare in contatto con un qualcosa di inconsueto come oggetti nuovi, superfici diverse, ambienti sconosciuti, in un modo divertente e stimolante .
Cosa aspettate a divertirvi nella prossima passeggiata? Provare per credere, parola di Mia e Marina! Buona visione!
L’autrice di questo articolo è Marina Grossi.