All’evento del 21, 22 e 23 settembre, tra i relatori, ci sarà anche David Morettini, istruttore cinofilo che ci parlerà de ‘Le dinamiche sociali dei cani “pet” ‘. Ecco alcune anticipazioni sul suo intervento che ci aiuterà a comprendere meglio come creare una vita per il nostro cane il più in linea possibile con le sue necessità di specie.
David Morettini è istruttore cinofilo con formazione cognitiva zooantropologica che ormai dal 2007 si occupa di seguire persone e cani durante il loro percorso di formazione che li porterà alla creazione di una relazione appagante per entrambe le parti. Morettini da sempre si occupa di canili e problemi comportamentali legati all’aggressività e alle fobie, soprattutto dal punto di vista della comunicazione sociale del cane.
Morettini ci racconta che “negli ultimi anni, con i miei studi, ho cercato di comprendere se ci fosse una differenza tra il cane e il pet (animale d’affezione) ed effettivamente le due figure vanno differenziate. Si calcola infatti che i cani in tutto il mondo siano circa un milione e che, di questi, solo il 15% siano pet, questi ultimi, a differenza dei primi, hanno caratteristiche sociali e comunicative diverse”. Morettini ci spiega che quando parliamo di ‘cane’ ci riferiamo ad un individuo che vive libero in prossimità dell’uomo, senza entrare nella sfera affettiva e familiare. Il pet invece ha un’organizzazione sociale diversa, ha un modo di comunicare in parte ibrido perché ‘parla’ per lo più con l’uomo e in seconda battuta con i cani. “Per i pet le gerarchie sociali sono promiscue mentre per il cane l’aspetto sociale è intraspecifico ed esaurisce l’affetto sociale con i suoi simili. Il pet invece ha dimensione sociale condivisa con l’uomo. Quindi il suo posizionamento sociale è in riferimento a noi”. Questo dunque cosa comporta? Secondo Morettini “I pet hanno dei deficit a livello esistenziale perché è come se gli mancasse un pezzo vita. Le necessità specie specifiche di un cane infatti girano intorno alla possibilità di sviluppare determinate competenze che ottiene raggiungendo la possibilità di gestire, senza l’intermediazione dell’uomo, il suo accoppiamento, la gestione delle risorse e del territorio, così come gli spostamenti. La limitazione di questi aspetti della sua vita porta ad una limitazione della maturazione sociale. Se pensiamo alla vita di un pet, ci rendiamo conto che non soddisfa nessuna di queste competenze fondamentali per diventare cane adulto”.
Quando parliamo di ‘dinamiche sociali dei pet’ ci riferiamo dunque ad un modo nuovo di intendere la realtà sociale dei cani che vivono con noi. Vediamo qualche esempio: “il pet quando esce in strada marca continuamente, cosa che i cani non fanno con tanta frequenza, se non quando sentono la necessità di dover limitare il loro territorio. Un pet in pratica, ogni volta che esce, contratta se stesso come singolo nei confronti degli altri che entrano nel suo territorio. Questo porta ad un’esplosione di comunicazione chimico-olfattiva”. Insomma stiamo sì parlando della stessa specie, ma di soggetti che “vivono condizioni sociali diverse che inducono il pet ad essere iper comunicativo e sotto stress sociale cronico”. Inoltre, “la questione dell’eccesso di comunicazione chimico-olfattiva porta a livelli di conflittualità più alti”. Il pet, spiega Morettini, “si organizza socialmente in maniera più egualitaria, ha un senso della gerarchia inferiore rispetto al cane e crea situazioni sociali più dinamiche e a geometria variabile”. In pratica per il pet vale il principio di: “Oggi troverò un gruppo di cani nel quale mi inserirò, poi la sera ne troverò altri, quindi il mio ruolo cambia”. “E proprio perché c’è variabilità, non c’è la fissità di cui il cane ha bisogno” sottolinea Morettini che prosegue “il pet è orientato più su una società democratica dove i ruoli hanno un sistema cangiante”.
Qui Morettini ci offre altre anticipazioni sul suo intervento spiegandoci che dovremmo “cercare di puntare sul concetto di ruolo e contrastare l’ideologia che tende a rifiutare la dominanza che però ha portato a svuotare dall’interno il concetto di ruolo che è fondamentale per il cane e non solo in termini di assistenza all’uomo: il ruolo del pet è sempre in relazione con i suoi simili e nei confronti dell’essere umano, il concetto di leadership è importante perché il cane non cerca la democrazia”. Inoltre, proprietari ed educatori dovrebbero “combattere la deriva di ipersocializzazione e sovraesposizione sociale del cane perché portano spesso a problemi di aggressività o disagio”. Per entrare nel dettaglio e scoprire come davvero possiamo riuscire a dare spazio a dinamiche sociali appaganti anche per i pet, non ci resta che attendere il Raduno ThinkDog: non vogliamo svelarvi troppo, ma siamo certi che l’intervento di Morettini ci darà molto su cui riflettere.