In passato il campo delle “terapie comportamentali” lo si è conteso fra medici veterinari e istruttori cinofili. I primi a rilevare la mancanza di preparazione teorica dei secondi e questi ultimi a indicare la necessità e la grande efficacia di lavoro pratico sul campo.
Nel tempo le due figure hanno preso spontaneamente direzioni diverse e complementari. L’Istruttore in Riabilitazione Cognitivo-Comportamentale è oggi un professionista altamente evoluto: è la perfetta integrazione di teoria e pratica. Collabora col veterinario, a cui lascia necessariamente l’ambito clinico, farmacologico, neurologico, psichiatrico. Egli è invece orientato a un rapporto più diretto, continuativo ed empatico col sistema cane-famiglia. Ha una perfetta base etica ed evita l’utilizzo di tecniche e strumenti dolorosi. E’ altamente competente sulle teorie dell’apprendimento, che sa utilizzare non solo per eliminare e creare comportamenti, ma anche per il cambiamento di tratti, stili emozionali e attitudini, tirando fuori il meglio dalla personalità di ogni soggetto coinvolto: ecco perché la dicitura “cognitivo-comportamentale”. Comunica eccellentemente con cani e persone, mettendo in pratica ascolto attivo e tecniche di mediazione familiare. Ha sviluppato capacità di pensiero strategico e sistemico ed è in grado di strutturare percorsi di riabilitazione comportamentale, che facendo leva su esperienze di apprendimento mediato e sullo sviluppo di specifiche funzioni cognitive, aiutino i cani problematici a muoversi verso un quadro comportamentale adeguato e perfettamente integrato nell’ambiente in cui vive. Non è raro il veder attuare cambiamenti “generativi” accanto a quelli “riparativi”. Lo scopo finale è sempre l’innalzamento della qualità della vita.
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