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Il mestiere dell’Educatore Cinofilo


Simona Ricci - 21 Ottobre 2017


L’educatore cinofilo è quella figura professionale a metà tra l’incantatore di serpenti e la divinità greca. Almeno questo è quello che, probabilmente, pensano le famiglie quando ne contattano uno, per recuperare il loro Bull Terrier plurimorsicatore.
Quel che si aspettano è che l’educatore possa fare una qualche magia e non beccare il morso, laddove i familiari stessi ne hanno presi diversi.

Chi è l’educatore cinofilo e a cosa serve? Ha davvero senso chiamarlo solo quando ormai non sappiamo più cosa fare e siamo con le mani nei capelli?

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i corsi per intraprendere questa strada, a riprova del crescente interesse in quest’ambito. Un interesse che nasce sia nelle persone che decidono di aprirsi a questa nuova professione, sia nelle famiglie, sempre più numerose, che decidono di condividere la loro vita con un amico a quattro zampe.

L’educatore cinofilo va considerato come un mediatore nella relazione tra cane e famiglia. Non andrebbe chiamato solo ed esclusivamente quando siamo al limite delle prove (probabilmente controproducenti) e agli sgoccioli della pazienza. È una figura che può aiutarci a capire meglio la comunicazione del nostro cane e a comunicare con lui nel modo migliore.

In una società antropocentrica non è facile accettare di doversi mettere in gioco per presentarsi e farsi conoscere dal cane nel modo giusto. Non è facile neanche comprendere che il cane ha propri desideri e bisogni, che sono piuttosto lontani dalla semplice coccola e dal “giro pipì”.
Tutto questo si dovrebbe poi incastrare in un ordine delle cose piuttosto convulso e in dinamiche di vita molto complesse. I più fortunati vivono in zone con molto verde e poco traffico, qualcuno addirittura in campagna, ma la maggior parte dei cani vive in città in condizioni non esattamente idonee per loro.

L’educatore ha quindi il difficile compito di far incontrare il cane e il compagno umano nel modo migliore, favorendone la reciproca comprensione, l’empatia e la comunicazione. E’ un lavoro meraviglioso, quando riesce, ma molto frustrante quando non funziona. Perché non c’è niente di peggio per chi fa questo mestiere di vedere un cane incompreso e un proprietario arreso.

Per capire cosa significa essere un educatore e soprattutto come nasce il desiderio di diventarlo, abbiamo intervistato due professionisti nel campo: Laura Calvelli Istruttore cinofilo e Tutor dei corsi romani ThinkDog ed Eleonora Bizzozero, Educatore cinofilo e docente ThinkDog. Vi presenteremo.

 

Come e quando avete deciso di diventare educatore cinofilo?

Laura: Non ho deciso di diventare un educatore cinofilo, è successo col tempo. Quando ho preso il mio cane, ho avuto moltissimi problemi. Distruggeva casa e mi faceva impazzire. Ho deciso di chiamare qualcuno e sono capitata in un centro che faceva addestramento classico. Dylan non migliorava, anzi. Un giorno, cercando un corso da educatore, sempre per risolvere il problema del mio cane, sono capitata sul sito di ThinkDog. Mi sono iscritta e, modulo dopo modulo, piano piano, qualcosa è cambiato. Sono andata in ufficio e ho deciso di licenziarmi per fare l’educatore.

Eleonora: Perché mi sentivo chiusa in una scatola e passavo tutta la settimana aspettando il sabato per andare in canile. Poi mi è capitato di adottare una cagnolina un po’ difficile e su consiglio di amici ho iniziato un percorso di educazione e ho conosciuto Angelo Vaira. Lui in un’ora ha visto delle cose nel mio cane, che io non riuscivo a interpretare nel modo giusto i suoi comportamenti. Così ho detto: “Ok, io voglio fare quello da grande, voglio capire i cani”. In quel momento nella multinazionale in cui lavoravo, stavano facendo riduzione del personale e accettavano volontari. Io mi sono offerta volontaria, ho mollato il lavoro e mi sono messa a fare il corso.

 

Le vostre vite sono cambiate da quando avete deciso di intraprendere questo percorso?

Laura: Sono sei anni che faccio questo e la mia vita è cambiata radicalmente. Prima stavo tranquilla in un ufficio e avevo il mio stipendio sicuro, ora i ritmi sono completamente cambiati. Corro tutto il giorno, lavoro con i cani e mi piace tantissimo, ma devo relazionarmi anche con le persone e su questo c’è ancora molto da lavorare. E’ un lavoro che non fa sconti. Se non ti dai da fare e non trasmetti il 100% di te, non funziona.

Eleonora: E’ cambiata tantissimo perché ogni giorno faccio quello che mi piace fare. Per me quasi non è un lavoro per quanto mi piace svolgerlo e soprattutto non aspetto più il weekend per fare quello che mi permette di essere felice.

 

Che cosa significa essere un educatore cinofilo?

Laura: Quello che faccio tutti i giorni. Cerco di trasmettere il giusto modo di vivere insieme uomo e cane. E’ difficile più per le persone che per i cani. Il mio impegno sta proprio nel far capire alle persone quanto può migliorare la loro vita se la relazione con il loro cane migliora.

Eleonora: Per me è una diffusione di consapevolezza per il benessere di cani e persone. E’ andare in giro a fare informazione e condivisione.

 

In questo lavoro ci sono giornate “no” in cui vorreste mollare tutto?

Laura: Sì, mi è capitato l’altro giorno, perché quando non riesci a concludere un percorso come desideri, oppure le persone ti seguono con difficoltà, ti domandi “ma chi me l’ha fatto fare?”
Succede poi qualche cosa, un cane, una persona, un messaggio che ti fa capire che sei sulla strada giusta e devi continuare.

Eleonora: Sì, quando capisci che lavorando in canile tu vedi nei cani un potenziale che i visitatori non lo vedono; o quando ti rendi conto che il cane che stai seguendo in quella famiglia ha delle criticità, ma in un’altra famiglia sarebbe un cane meraviglioso.

 

Chi può fare l’educatore?

Laura: Non esiste una persona giusta in generale, ma sicuramente deve essere una persona che ama mettersi in gioco e che ci mette l’anima. Deve sapersi mettere in gioco perché il percorso stesso ti cambia e bisogna fare in modo che questo accada per continuare a crescere.

Eleonora: Un educatore dovrebbe essere un buon comunicatore perché deve essere in grado di trasmettere. E dovrebbe saper conciliare i desideri del cane con quelli della famiglia. E’ necessaria la simpatia e l’empatia. Bisogna anche saper cambiare in base al cliente che ci troviamo di fronte.

 

Cosa significa essere tutor e insegnante del corso educatori ThinkDog?

Laura: Essere tutor di una classe di educatori significa avere tante responsabilità, non solo pratiche. I corsi devono andare bene da un punto di vista organizzativo, ma sei anche il punto di riferimento di tutta la classe. Devi trasmettere tutto quello che hai. Sei punto di riferimento ed esempio. Devi dare tutto

Eleonora: Mi piace tantissimo. E’ molto bello perché c’è tanta condivisione, non solo del format, ma della propria esperienza personale. Ogni volta gli allievi con le domande mi tirano fuori pezzi della mia vita, è un raccontarmi.
Poi è bello perché li vedi all’inizio e poi all’esame e sono persone diverse. Sono delle spugne che hanno saputo prendere tutto e ne hanno fatto tesoro.

 

Quando fate entrare l’educatore cinofilo in casa vostra, quindi, accoglietelo come se fosse un amico, perché vi aiuterà a guardare nell’anima del vostro cane. Lasciatevi andare e, se potete, abbandonate le credenze e le convinzioni che fino a quel momento vi hanno accompagnato.
Vi si aprirà davanti un mondo diverso fatto di complicità con il vostro cane e gusto per la vita.
Scoprirete che sarà il cane ad insegnare a voi e non il contrario.

Di punto in bianco vi ritroverete ad assaporare quei momenti che prima erano solo un dovere: la passeggiata silenziosa con il cane, cercando di lasciare fuori tutti pensieri, ma rimanendo “qui ed ora” come solo i cani sanno fare; il gusto di sedersi sul prato; il sorriso nato dalle scorribande del vostro amico scodinzolante.

Non è un percorso facile e non sempre riesce, perché le resistenze sono tante. Quando succede, però, voi e il vostro cane guarderete nella stessa direzione e non importa se un giorno sarete un po’ distanti, perché quello che vi lega e il rispetto reciproco è più forte di una giornata no.

Ecco, è proprio per questo che fare l’educatore cinofilo è il mestiere più bello del mondo, nonostante la vita.

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