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Questioni di Prossemica


Redazione ThinkDog - 9 Aprile 2012


Questioni di ProssemicaTutti noi abbiamo, più o meno consapevolmente, uno spazio personale, una “bolla” invisibile che ci circonda. Questa bolla cambia dimensione, e di conseguenza confini, a seconda del nostro stato emotivo, del luogo in cui siamo, della nostra cultura così come in base alle convinzioni e della confidenza che abbiamo nei confronti di chi “lo invade”. E’ un qualcosa attraverso il quale, incosciamente, comunichiamo la nostra percezione rispetto alla prossimità dell’altro ed è argomento di studio della prossemica.
Dico questo perchè, quando ad un corso di educazione cinofila viene detto che “i cani hanno problemi con le distanze”, spesso la gente prende appunti come se fosse una qualità esclusiva dei discendenti del lupo (l’ho fatto anche io) mentre così non è.

Immaginate di camminare per strada. Mentre lo state facendo, una persona che non conoscete vi arriva ad un millimetro dal naso. Come vi sentite?
Questo è quello che accade ogni giorno tra cani. Il motivo è presto detto: siamo abituati a prendere distanze tra di noi. Allo stesso modo, nell’incontro tra due cani a passeggio, meno di due metri separano gli umani ed un minuscolo velo d’aria separa a malapena i 4 zampe. Perfetti sconosciuti fino ad un secondo prima ed ora “sparati” uno in faccia all’altro, hanno davvero poca scelta in uno spazio stretto e con oltre metà della comunicazione corporea negata da un guinzaglio teso.

Facciamo un passo indietro allora. Come vive un cane l’avvicinamento? Nello stesso modo in cui lo vive un essere umano:

Questioni di Prossemica

Ad una certa distanza il cane semplicemente ignora ciò che lo sta avvicinando (o ciò a cui si sta avvicinando). Al ridursi delle distanze, l’attenzione avvia la fase diplomatica della comunicazione. Se la comunicazione non ha effetto o non lo ha avuto in passato, spesso per il mancato rispetto delle distanze, la tensione sale e possono iniziare gli avvisi (ringhio, abbaio).
Una volta che le distanze sono ridotte al minimo, si entra nella fase “Flight or Fight“: scappa o combatti (in realtà ci sarebbe anche la terza F: Freeze. Il congelamento. il cane si “paralizza”). Alcuni cani, come i Golden Retriever, i Labrador o i Boxer, hanno solitamente una risposta diversa. Un qualcosa tipo “visto che siamo qui facciamo i pirloni” e inziano a giocare, spesso incappando però in cani che non la pensano nello stesso modo e che reagiscono. Il diverso modo in cui giudichiamo questa reazione non deve farci dimenticare che esibirsi in un campionato per “scemoidi” non ha nulla di educativo, e il più delle volte procura guai.

Ad aumentare questi incontri ravvicinati, ed i problemi conseguenti, c’è il mito de “ma il mio cane è buono!”.
Conta poco quanto sia buono il vostro cane se dall’altra parte c’è un cane che ha bisogno di distanze maggiori, che magari ha problemi con i suoi consimili, oppure c’è una persona che ha paura dei cani o che semplicemente non ha voglia di trovarsene uno ad un millimetro dalla faccia.
E’ sempre buona norma chiedere il permesso di avvicinarsi, ricordando che far giocare i cani al guinzaglio è sempre una pessima idea.
Il rispetto delle distanze è innanzitutto il rispetto del proprio cane. E’ il rispetto nei confronti degli altri cani, delle persone che avviciniamo. E’ il rispetto di un’educazione cinofila che dev’essere anche educazione civica, affinchè non si generino intolleranze e a sempre più parchi e luoghi chiusi all’ingresso dei cani per evitare “problemi”. E’ educativo per il nostro cane, che impara a comunicare meglio e ad avvicinare persone e cani nel modo corretto (osservate i cani randagi. Sono spesso maestri negli avvicinamenti: sono stati educati dalla vita).
Abituiamoci quindi ancora di più a metterci nella testa del cane e a prendere le corrette distanze anche su di lui, e non solo su di noi che per primi reagiremmo male a continue invasioni di quelli che sono i nostri spazi. Usiamo correttamente il guinzaglio, che non dev’essere un timone ma dev’essere usato come strumento di messa in sicurezza. Per il nostro cane e per gli altri. Un cane “libero” che va addosso a chiunque non è LIBERO, perchè la libertà è innanzitutto rispetto. “Sparare” il cane in faccia ad altri cani, o a persone, è un male innanzitutto per lui e sicuramente non è sinonimo di educazione.

Buona Vita!